La morfologia dell’impianto dentale, ovvero il suo disegno, è molto importante: la forma delle spire, la loro grandezza e il profilo implantare sono parametri identificativi dell’impianto in grado di influenzare i campi di applicazione dello stesso.
Non è però la forma dell’impianto a determinarne l’integrazione. Può influenzare molto la stabilità primaria, la distribuzione delle forze applicate e l’inserimento implantare. La forma migliore è quella che prevede l’inserimento meno traumatico possibile, abbinato alle altre caratteristiche.
Molte sono le morfologie che possiamo riscontrare in commercio, alcune delle quali ideate per permettere proprio una stabilità primaria maggiore anche in zone anatomiche che presentano osso di scarsa qualità.
Per spiegare meglio la struttura di un impianto dentale ci si può rifare a una schema di questo tipo nel quale possiamo dunque distinguere diverse zone.
La zona più coronale è la testa dell’impianto, in cui si accoppiano le componenti protesiche a quelle endossee. L’accoppiamento può avere forme e componenti diverse.
Sempre nella zona coronale riconosciamo il collo dell’impianto, che può essere di diversi tipi: lucido, trattato, misto (lucido e trattato). La filettatura in questa zona può non esservi, quando invece è presente può essere identica o diversa da quella del corpo implantare. Il collo implantare può inoltre avere forme diverse, anche questo può identificare un impianto per un certo tipo d’intervento, una morfologia svasata può servire infatti ad avere una maggiore stabilità nella compagine ossea corticale.
È importante sapere che, a seconda della tipologia, il collo dell’impianto può essere posizionato al di fuori della compagine ossea o inserito a livello della cresta ossea. Il corpo dell’impianto si trova nella compagine endossea .
Gli impianti oggi in commercio possono avere una superficie liscia o rugosa, se sottoposta a trattamenti di superficie.
Oltre a questa caratteristica, il corpo implantare può presentare o meno una conicità; nel caso in cui questa sia presente, l’impianto andrà a rastremarsi apicalmente.
Il corpo implantare e l’apice implantare presentano sulla loro superficie delle spire che hanno la funzione di guidare l’impianto nell’inserimento e ancoraggio all’osso.
Possono avere diverse forme e dimensioni: singole, doppie o triple, ad andamento regolare o irregolare, con passo costante o variabile. Sullo stesso impianto si possono riscontrare zone con diverso passo, forma e dimensione delle spire.
Anche questa caratteristica conferisce all’impianto delle peculiarità circa l’utilizzo dello stesso. L’apice implantare è la parte terminale dell’impianto. Può avere forme differenti e presentare o meno spire, può avere la stessa dimensione del corpo dell’impianto o rastremarsi verso la punta in maniera regolare o con un cambio di forma. Un apice rastremato aiuta l’inserimento implantare, soprattutto in caso di sottopreparazione del sito chirurgico (riunito dentisti).
Fatta questa considerazione iniziale, per descrivere un impianto secondo indicazioni geometriche e numeriche bisogna riconoscere le seguenti peculiarità dell’impianto:
- la dimensione del diametro maggiore del corpo;
- il diametro massimo dell’impianto considerando la dimensione delle spire;
- la dimensione dello spazio interno riservato alla connessione implantare o alla vite di connessione, elementi che aiutano a definire il tipo di moncone da utilizzare;
- il passo delle spire, che può essere regolare o meno, il quale fornisce informazioni circa l’avanzamento dell’impianto nell’inserimento all’interno del tunnel implantare dopo una rotazione di 360°;
- il collo dell’impianto, che può avere una dimensione maggiore dell’impianto, e naturalmente bisogna conoscere anche la lunghezza dell’impianto;
- negli impianti conici è importante sapere l’angolo di conicità rispetto all’asse maggiore dell’impianto, dato importante per la fabbricazione di una fresa dedicata. Le frese cilindriche preparano un tunnel implantare utile a qualsiasi tipo d’impianto (che abbia il diametro corretto), una fresa conica invece prepara un tunnel osseo con una conicità costante che vale sempre solo per un tipo d’impianto (telecamera intraorale).